Se la paziente ha cicli mestruali normali, si deve presumere che stia ovulando. Se soffre di disturbi del ciclo, come ritardi o irregolarità mestruali, potrebbe esserci un problema ovulatorio. Con un’ecografia e un’analisi ormonale, il medico farà la diagnosi.
Se la paziente ha più di 35 anni, bisogna tenerne conto fin dall’inizio, poiché a questa età rimane il 10 % degli ovociti.
Sappiamo che la quantità e la qualità della riserva ovocitaria ovarica diminuisce con l’età e che non sempre l’età ovarica coincide con l’età biologica. La dotazione follicolare si stabilisce al momento della nascita della donna (gli ovuli non si moltiplicano per tutta la vita come accade con gli spermatozoi nell’uomo); e con il passare degli anni, il numero di ovociti in grado di essere fecondati correttamente e portare a termine una gravidanza si riduce.
Per valutare la riserva ovarica, nei primi giorni del ciclo viene eseguita un’ecografia transvaginale con conta dei follicoli antrali (AFR) e una determinazione analitica dell’ormone antimulleriano (AMH), che può essere effettuata in qualsiasi momento durante il ciclo ovarico. Questa si ottiene con un semplice esame del sangue, i cui risultati vengono confrontati con quelli stabiliti come normali per ciascuna età.
È un ormone che permette di valutare la fertilità di una donna. Fino a poco tempo fa venivano utilizzati valori provenienti da analisi di donne di altri continenti. Tuttavia attualmente, grazie ad uno studio realizzato dall’Institut Marquès, disponiamo già di valori specifici per la popolazione spagnola, che ci permettono di valutare con precisione la fertilità delle donne nel nostro Paese.
Qualunque donna può conoscere in prima persona la propria riserva ovarica grazie alle tabelle realizzate dall’Institut Marquès, molto utili e facili da usare, che chiunque può scaricare qui.
Anche se lo studio è stato condotto solo su donne spagnole – hanno partecipato 10.443 donne tra i 20 e i 45 anni – si stima che i risultati siano più vicini alla popolazione europea rispetto alle tabelle americane o asiatiche utilizzate fino a poco tempo fa.
Lo studio, pubblicato sulla rivista ufficiale della Società Spagnola di Ginecologia e Ostetricia (SEGO), dimostra importanti differenze rispetto ai dati pubblicati in altri paesi, così come tra le comunità autonome spagnole, sebbene non si osservi alcun modello che possa spiegare queste differenze.
Altri parametri analitici da tenere in considerazione sono gli ormoni basali (FSH, LH ed estradiolo) presenti nel secondo o terzo giorno delle mestruazioni.
Se viene diagnosticata un’insufficienza ovarica nascosta, il trattamento sarà la fecondazione in vitro con ovociti di una donatrice.
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Institut Marquès, clínica LGTBI Friendly